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ISIS: una minaccia che ci condiziona

a cura di Angela Pastore

 

 

Oggi i cittadini del mondo intero si trovano a dover fronteggiare una costante minaccia da parte dello Stato Islamico che colpisce in momenti inaspettati, in modo imprevedibile e nei luoghi più disparati. Non è facile vivere in un mondo in cui non ci si sente al sicuro in nessun luogo, in nessun momento. Quasi sempre quando avviene un attentato si leggono dei commenti del tipo: “Non bisogna avere paura”, “Nessuno ci potrà fermare”, ma non nascondo che io ho paura. Ogni volta che salgo su un aereo, visito un museo, vado a un concerto o cammino per le strade del centro, ho paura. E’ vero, bisogna farsi coraggio e uscire comunque, viaggiare comunque perché dobbiamo continuare a condurre la nostra vita come sempre.
La cosa che più distrugge in questi casi, però, è il senso di impotenza, quella sensazione di essere totalmente inermi senza poter aiutare e nemmeno aiutarsi a sfuggire ad un attentato.
Per di più è impossibile, in una società multietnica come quella odierna, trovare i giusti mezzi per evitare il proliferare di attacchi terroristici, dato che ciascuno ha la possibilità di utilizzare il web senza alcuna restrizione: è molto più semplice, dunque, per le organizzazioni di questo tipo radicalizzare la popolazione e organizzare attacchi in diversi luoghi.
Viviamo, peraltro, in un periodo storico in cui la democrazia è molto fragile e il più delle volte impreparata a difendere i suoi cittadini adeguatamente.
Il fenomeno del fondamentalismo islamico, a mio avviso, è un’aberrazione dell’Islam che non ha molto a che vedere con le varie declinazioni dell’Islam quotidiano, uno squilibrio che riguarda la visione della religione, un eccesso che ricade nel disumano.
Per avere una chance di debellare il fondamentalismo islamico bisognerebbe innanzitutto eradicare l’ideologia malformata di una parte della popolazione islamica, che nella maggior parte dei casi non è altro che un pretesto per un fine reale che è quello politico e di conquista del territorio. Fino a che ci sarà questa ideologia non saremo mai in grado di debellare uno dei più grandi mali che il mondo si trova ad affrontare oggi perché, anche se apparentemente sconfitto, tornerà sempre ad agire, magari sotto un altro nome: come è capitato per l’ideologia di Al Quaeda, che oggi è portata avanti dall’Isis.

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