OCCUPIAMOcene, un focus sugli avvenimenti nei licei romani
A cura di Silvia Familiari e Elio Simone La Gioia
Da sempre i giovani sono i paladini degli ideali; l’ottimismo, la perseveranza e la tenacia con cui trainano le proprie convinzioni sono dirompenti e disarmanti. Il punto comune di ogni generazione è la forza intrinseca che connota gli anni del liceo e dell’università, nei quali pare non esserci il tempo di fare le cose per convenienza ma solo ed esclusivamente per difendere i propri sogni. La sostanza che poi plasma le idee cambia nel corso dei decenni, ma lo spirito sembra rimanere lo stesso.
Proprio per dare spazio ed eco a questa spasmodica voglia di realizzare caratteristica degli studenti, venne indetta nel 1941 a Londra, in memoria dei tragici eventi del 1939, la giornata internazionale degli studenti, la quale ogni anno continua a riscuotere tantissimo interesse sotto forma di manifestazioni, congressi, e altri atti studenteschi.
Negli ultimi giorni a Roma si è risvegliato lo spirito di rivolta che si era, per causa maggiore, fermato nel periodo del covid. Potendo nuovamente assaporare la convivialità e il continuo scambio di opinioni, elementi caratteristici nonché pilastri della scuola in presenza, con ‘naturalezza’ si è arrivati allo scontro, necessario a mio avviso per crescere se svolto con una progettualità e in maniera costruttiva, che in questo caso si manifesta con l’occupazione degli istituti per qualche giorno. In totale le scuole occupate fino ad ora sono 7, e l’ultima di queste è il Liceo Tasso che segue le orme degli studenti appartenenti al Rossellini, l’Albertelli, il Ripetta, il Manara, Virgilio e Visconti.
Le ragioni sembrano essere in tutti i casi le stesse: la lotta contro il modello di scuola proposto dal Governo, le prove Invalsi -che ormai da anni suscitano un malcontento generale- e i programmi di PCTO, l’ex alternanza scuola-lavoro. Così come comuni sono le cause dello scontento, anche le richieste sembrano essere unitarie: una scuola moderna, “al passo coi tempi”, e più fondi stanziati all’edilizia degli edifici scolastici non solo per la manutenzione ma anche per la progettazione e realizzazione di spazi comuni ricreativi. In particolare nell’ambiente scolastico romano si registra un certo malcontento riguardo la mobilità, gli studenti lamentano la scarsità di corse e i mezzi troppo sovraffollati. In molti licei si è protestato contro gli orari di ingresso e uscita scaglionati che vedono gli alunni accedere agli edifici sulla base di una turnazione, una soluzione non adeguata a detta degli studenti e deleteria ai fini della didattica.
Come redattori abbiamo pensato che il miglior modo per omaggiare questa ricorrenza fosse scendere in campo e parlare con alcuni degli studenti che si sono resi protagonisti nelle occupazioni delle ultime settimane, dandogli un ulteriore spazio per esprimere le loro idee. L’occupazione che fa maggiormente discutere è quella del Liceo Tasso; qui si sono formate generazioni di intellettuali, giornalisti e politici. Proprio dalla voce dei ragazzi del Tasso apprendiamo che la loro è un’occupazione organizzata che dovrebbe durare sino a venerdì, durante questi giorni i ragazzi nel pieno rispetto delle norme anti-COVID hanno organizzato momenti formativi, dibattiti e conferenze. L’obiettivo a cui mirano i ragazzi è quello, anche durante questi giorni particolari, di “fare scuola”, chiaramente, in maniera diversa, una scuola a misura di studente e ricca di stimoli.
Queste occupazioni saranno realmente utili oppure finiranno per essere dei momenti fini a sè stessi? Difficile dirlo, sicuramente il segnale che nel giro di un mese i sette grandi licei romani siano stati occupati è sintomo di un malcontento ampio e generalizzato, di problematiche e criticità antiche che il covid aveva messo da parte e di nuove che con la pandemia sono emerse.